Deficienza artificiale

Parlare di deficienza artificiale può far sorridere, sembra una battuta di Crozza, ma pensandoci bene l'argomento diventa abbastanza serio. Per deficienza artificiale intendo un agente razionale imperfetto e ignorante, con una conoscenza iniziale molto limitata e un motore inferenziale basato sulla logica fuzzy. Questo agente si comporta come uno studente che ha studiato poco o male e, comunque, si presenta all'esame, sperando nella fortuna e nell'improvvisazione. Quando viene posta una domanda all'agente, se questo non è in grado di capirla o di rispondere, elabora delle ipotesi e fornisce la risposta più probabile. Se proprio non ne trova nemmeno una... allora tira a indovinare con una risposta casuale. L'agente rischia di fare brutta figura, come lo studente all'esame, ma avvia un interessante processo di apprendimento. In pratica, l'agente risponde "non lo so" soltanto in casi estremi. Questa forma di "deficienza" artificiale permette all'agente di formulare delle ipotesi e poi verificarle. Oggi si immagina l'intelligenza artificiale come una sorta di divinità onnisciente. Possiamo costruire un agente in grado di dirci tutto sul mondo del cinema o dello sport ma, una volta usciti dal suo dominio di conoscenza, l'agente non riesce più a rispondere a nulla... e non è nemmeno in grado di distinguere tra cinema e sport. Gran parte degli sforzi sono concentrati sulla realizzazione di ontologie, generali o particolari, e di basi di conoscenza quanto più esaustive su singoli domini di conoscenza. In questi progetti l'agente risponde esattamente a tutto ma non può dirsi veramente intelligente. La realtà circostante è caratterizzata da complessità e incertezza ( ambiente non deterministico ). Forse sarebbe preferibile concentrare gli sforzi sull'apprendimento e progettare un agente "deficiente", con una conoscenza iniziale limitata ( base di conoscenza generale ) ma in grado di apprendere dagli errori e dalle risposte sbagliate. Col passare del tempo l'agente può sempre migliorare e affinare la conoscenza sui singoli domini del sapere. A differenza degli agenti specializzati però l'agente ex-deficiente potrà sempre comprendere la differenza tra i diversi aspetti della realtà. Un po' come accade per noi esseri umani, nei primi anni di vita siamo seguiti dai genitori per apprendere le informazioni essenziali della realtà, poi frequentiamo la scuola con grado crescente di difficoltà per assumere le nozioni del sapere. Durante questo processo compiamo degli errori, facciamo degli sbagli, a volte improvvisiamo, e maturiamo l'esperienza che ci porta a essere adulti. È interessante trasporre tutto questo in un agente artificiale. In conclusione, sarebbe meglio progettare un agente artificiale imperfetto ( deficiente ) e sperare che diventi intelligente con l'esperienza piuttosto che concentrare gli sforzi per costruire ex ante un agente artificiale perfetto. A differenza nostra... l'esperienza maturata dell'agente razionale durante la fase di apprendimento può sempre essere salvata e riutilizzata. È una strada da non trascurare. 26 / 04 / 2014

 


 

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  • Spazio e tempo. I primi concetti essenziali di un deficiente artificiale sono lo spazio e il tempo. Tutto ciò che esiste occupa uno spazio in un determinato tempo. L'agente deve concepire tutto come un flusso di eventi nel tempo.
  • Cose e concetti astratti. Un'altra classificazione primitiva è la distinzione tra le cose reali e astratte. Una cosa reale occupa uno spazio in un determinato tempo, è composta da materia fisica ed è tangibile. I concetti astratti, invece, non hanno un corpo e non occupano uno spazio, ma esistono. Prima di conoscere il numero di abitanti di New York, un agente veramente artificiale dovrebbe sapere che New York è reale, non è un concetto astratto, occupa uno spazio ben determinato ( latituine e longitudine ) ed esiste dal 1664, quando venne ribattezzata New York dagli inglesi. In precedenza la città si chiamava Nieuw Amsterdam, fondata nel 1613 dagli olandesi. Prima di questa data è irrazionale qualsiasi riferimento a New York. La città è un oggetto reale, occupa uno spazio preciso e costante ( luogo ) in un determinato tempo.

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