La mente artificiale ( artificial mind )

La mente artificiale è una intelligenza artificiale composta da algoritmi e processi di ragionamento. Un sistema complesso in grado di ragionare e/o decidere in modo autonomo dall'uomo.

la mente artificiale

E' un tipo di singolarità tecnologica ed è conosciuta anche come singolarità digitale.

Nota. Una artificial mind non ha alcun legame con il cervello biologico di un essere umano. Si tratta di costruire un sistema informatico in grado di svolgere le stesse funzioni del cervello ( ragionamento, pensiero, memoria, ecc. ).

Questi sistemi sono già stati prodotti ( es. il sistema Watson dell'Ibm ) ma non hanno ancora la capacità cognitiva umana oppure sono specializzati soltanto su poche competenze ( es. AlphaGo di Google, Deep Blue di Ibm ).

la mente artificiale

Tuttavia, nessun software ha ancora superato il Test di Turing.

Secondo me, questa singolarità tecnologica è molto più probabile rispetto alle altre tipologie di singolarità. Entro la fine del XXI secolo dovrebbe essere raggiungibile.

Nota. Secondo l'ingegnere e scrittore Ray Kurzweil la singolarità di una mente artificiale potrebbe essere raggiunta già nel 2030. Kurzweil costruisce la sua previsione prendendo spunto dalla Legge di Moore. Potrebbe però trattarsi di una previsione troppo ottimistica. Nel seguente video su YouTube si può ascoltare e leggere il suo pensiero, impostando i sottotitoli tradotti automaticamente in italiano.

In teoria, in una mente artificiale potrebbe anche nascere l'autocoscienza di sé ( essere senziente o vita artificiale ). Non è possibile saperlo ed è un argomento che va oltre l'ingegneria e sconfina nelle discussioni filosofiche.

La singolarità fisica nel cinema e nella letteratura. Questo scenario è ben narrato nel film "Blade Runner" e in diverse altre pellicole come "Matrix", "A,I.", "Io Robot", "Odissea 2001 nello spazio", ecc. Nella letteratura meritano d'essere citati i libri scritti da Isaac Asimov sul ciclo dei robot, in particolar modo "I, robot" del 1950 e il computer Multivac nel racconto "The last question" del 1956.

 


 

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