Le tecniche di disinformazione

Le tecniche di disinformazione utilizzano i mass media per influenzare l'opinione pubblica tramite la manipolazione del contenuto e/o dell'esposizione delle informazioni.

La differenza tra comunicazione e disinformazione

I mass media e i social media possono influenzare l'opinione pubblica in modo esplicito ( diretto ) o nascosto ( indiretto ).

Nelle comunicazioni esplicite l'intento informativo del mittente è chiaro ed evidente a tutti. Il messaggio influenza il lettore in modo esplicito e diretto.

il processo di comunicazione normale

Si parla di tecniche di disinformazione, invece, quando il mittente utilizza l'informazione come un mezzo per trasmettere un messaggio nascosto, ambiguo o fuorviante, con l'obiettivo di influenzare indirettamente l'opinione del lettore.

il processo di comunicazione nella disinformazione

Se il messaggio viene interpretato dai lettori come sperava l'autore, la tecnica di disinformazione ha funzionato. Viceversa no.

A volte l'informazione è falsa, altre volte è solo ambigua

Nelle tecniche di disinformazione non importa che l'informazione sia vera o meno. Quello che conta è soprattutto il risultato finale.

In alcuni casi l'informazione è completamente falsa ma viene costruita in modo credibile.

In altri casi, invece, l'informazione è vera ma viene comunicata in modo tale da essere fraintesa dai lettori.

Esempio. Il titolo di una notizia invia un messaggio sibillino e fuorviante ( A ) mentre nel corpo dell'articolo si spiega effettivamente il vero contenuto dei fatti ( B ).

In entrambi i casi si tratta di una manipolazione della realtà.

La disinformazione richiede credibilità

I destinatari del messaggi non hanno mezzi, tempo e voglia di approfondire una notizia sui mass media. Si limitano a valutare la credibilità del mittente.

Se l'autore del messaggio è considerato credibile dai suoi lettori, la sua "verità" sarà accettata con maggiore probabilità.

Credibilità, autorevolezza e popolarità. La credibilità non implica l'autorevolezza. Un autore può essere credibile anche senza essere considerato autorevole. Viceversa, una persona autorevole su un tema è quasi sempre credibile. La popolarità, infine, determina il numero delle persone raggiungibili dal messaggio ma di per sé non ha alcun legame con la credibilità. Ad esempio, una persona potrebbe essere popolare ma poco credibile o viceversa.

La percezione dell'informazione libera

Nelle tecniche di disinformazione è importante che la fonte delle informazioni sia percepita dai lettori come libera e indipendente, in quanto è considerata più credibile.

Quando la linea informativa è palesemente dettata da ragioni politiche o commerciali, da parte dell'editore, si riduce l'efficacia comunicativa del mass media. La fonte perde di credibilità.

Pertanto, una fonte informativa non dovrebbe mai svelare troppo i suoi obiettivi. In particolar modo se attua delle tecniche di disinformazione.

il caso di una disinformazione organizzata a favore dell'editore

Nota. Quando un giornale perora le cause del proprio editore in modo palese, viene percepito dai lettori come di parte e non indipendente. Pertanto, è un mezzo di comunicazione di massa meno efficace.

Come si finanzia una campagna di disinformazione

Chi finanzia le campagne di disinformazione in un giornale, in genere lo fa indirettamente tramite l'acquisto degli spazi pubblicitari in modo costante e prolungato nel tempo.

Il soggetto (A) diventa un'importante entrata economica per il mass media controllato tramite le sponsorizzazioni e l'acquisto della pubblicità.

l'acquisto degli spazi pubblicitari per influenzare il mass media

Così facendo evita di acquisire direttamente la proprietà del mezzo di informazione. Non è l'editore del giornale ma riesce comunque a influenzare la linea editoriale del giornale.

Pur di non perdere lo sponsor, la linea editoriale è orientata a beneficio dello sponsor ( soggetto A ).

Nel corso del lungo periodo, la stessa redazione viene riorganizzata dall'editore con giornalisti scelti con criterio ideologico / politico ( favorevole al soggetto A ) piuttosto che di merito. Si crea corporativismo.

Autocensura. In alcuni casi la disinformazione non è nemmeno sistemica e preparata ma nasce dall'autocensura della redazione, dal timore di andare contro gli interessi economici / politici del proprio editore o di un importante sponsor.

In alternativa, la proprietà editoriale viene fatta acquisire da soggetti prestanome o strettamente legati a sé da altri accordi commerciali ( scalata indiretta ).

la disinformazione viene organizzata indirettamente

In questo caso, il soggetto (B) beneficia di un accordo commerciale con il soggetto (A) particolarmente favorevole ( es. rapporto di fornitura a prezzo maggiorato o di clientela a prezzo scontato ).

L'accordo non riguarda il giornale ma un altro tipo di business. C'è però un accordo tacito di acquisire la proprietà editoriale di un mass media e organizzare delle campagne di disinformazione a favore del soggetto (A).

La percezione di oggettività della fonte

Oltre alla credibilità un organo di disinformazione deve essere percepito come una fonte oggettiva delle informazioni.

Un giornale pubblica molte notizie al giorno. Quando persegue una campagna di disinformazione, la redazione tende a occultare alcune notizie ed enfatizzarne altre.

Tuttavia, una fonte non è considerata oggettiva quando pubblica esclusivamente notizie a favore di un certo argomento o di una visione dei fatti.

Se il mezzo di comunicazione è percepito poco oggettivo e pluralista, allora è poco credibile. Le sue campagne di disinformazione / informazione non sono efficaci e la comunicazione è sterile.

Per costruirsi una finta oggettività occorre:

  1. pubblicare anche notizie discordanti a favore di interessi e posizioni diverse
  2. raccogliere opinioni, letture critiche e informazioni da fonti opposte e avverse

Si tratta comunque di un'attività controllata, realizzata ad arte per contenere al minimo i danni di immagine del soggetto tutelato. In genere è episodica.

Una volta rafforzata la finta oggettività della redazione, il mass media acquisice sufficiente credibilità da impiegare per veicolare messaggi a favore di una particolare visione della realtà ( disinformazione ).

Nessun prodotto editoriale può comunque considerarsi oggettivo. Chi scrive un articolo ha una propria opinione o giudizio di valore che influenza la sua interpretazione dei fatti. La stessa selezione delle notizie si basa su una scelta soggettiva della redazione. Soltanto una minima parte delle notizie di agenzia supera il filtro ed è pubblicata in un giornale. Ad esempio, per evitare di dare una notizia scomoda si selezionano altre new da mettere in scaletta.

 


 

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Indice degli argomenti:

  1. La disinformazione
  2. Le tecniche di disinformazione
  3. La selezione dei fatti
  4. La post-verità