Il cervello come macchina complessa
Il cervello di un uomo è suddiviso in una molteplicità di componenti, ognuno dei quali svolge una particolare funzione e segue delle proprie leggi.
La mente secondo Minsky
Siamo abituati a pensare a noi stessi come a una identità ( sé ), un'anima invisibile o uno spirito.
Secondo Minsky si tratta soltanto una semplificazione.
L'identità della persona è una struttura composta dalla combinazione particolare delle risorse mentali in un determinato istante.
Nel modello di Marvin Minsky la mente è un equilibrio dinamico e instabile che varia continuamente.
Pertanto, non esiste un nucleo centrale unico e indivisibile che caratterizza l'essere della persona e alimenta il pensiero e l'attività mentale ( anima, identità, sé o altro ).
Il pensiero, le decisioni e gli stati d'animo sono il risultato della combinazione di molteplici processi indipendenti tra loro.
La meccanica del pensiero è molto più complessa di quello che sembri.
Nota. Questa visione sminuisce l'uomo? In realtà, no. Ogni persona è comunque un essere unico, perché è il risultato di un'unica combinazione di risorse primarie e secondarie. Questo lo distingue sia dalle forme di vita elementari che dalle macchine.
La flessibilità della mente a rete
La moltitudine di risorse e relazioni consente all'uomo di adattarsi alle varie situazioni con maggiore flessibilità rispetto a un programma per computer.
A parità di condizioni, la mente umana potrebbe prendere decisioni diverse.
Nota. Secondo Minsky questo è dovuto all'equilibrio variabile tra le risorse indipendenti ( sottoprogrammi ) che caratterizzano il funzionamento della mente umana.
In genere, quando l'uomo affronta una situazione immagina un insieme di approcci possibili, non uno solo. Alla fine ne sceglie uno e lo attua.
Non è necessariamente la scelta migliore
Spesso è soltanto la prima scelta accettabile che viene in mente.
Se l'approccio fallisce l'uomo è subito pronto a provare un approccio alternativo o sperimenta nuove soluzioni.
Nota. Le macchine, invece, sono progettate per eseguire un programma. A parità di circostanze scelgono sempre quello migliore. Se il programma informatico fallisce, la macchina si blocca.
L'origine della razionalità e delle emozioni
Spesso si pensa alle emozioni come risultato di un'attività illogica e razionale. Viceversa, per razionalità immaginiamo un atteggiamento logico e razionale.
L'emozione è una reazione che non riusciamo a spiegare. Tuttavia, non è detto che non abbia una spiegazione. Semplicemente, non conosciamo ancora il meccanismo determinante.
Secondo Minky le emozioni non sono così differenti dalle scelte razionali. In entrambi i casi si tratta di un insieme di processi mentali che influiscono sull'equilibrio mentale.
Le emozioni e le scelte razionali hanno la stessa origine.
Avendo la stessa origine, anche le emozioni seguono delle regole e sono in stretta relazione con tutte le altre risorse della mente umana.
Esempio. A volte ci svegliamo con uno stato d'animo positivo e allegro, altre volte triste, irritato o negativo. Non c'è un motivo particolare e non sappiamo perché. E' semplicemente mutato l'equilibrio incoscio tra le risorse. Lo stesso fenomeno spiega il "colpo di fulmine" o la simpatia "a vista" nei confronti di alcune persone ma non di altre.
In conclusione, l'intelligenza umana è la sommatoria della razionalità e dell'emotività della persona.
Come costruire l'intelligenza artificiale
Uno degli obiettivi dell'intelligenza artificiale è la costruzione di un modello computazionale in grado di seguire gli stessi processi della mente e riprodurre un comportamento umano.
Nota. Non è possibile costruire un modello previsionale del comportamento umano, perché ogni mente è una singolarità a se stante. Inoltre, sarebbe un'impresa impossibile da compiere, a causa dell'enorme mole di dati, informazioni e relazioni.
Una volta compresi i meccanismi di funzionamento della mente umana, è possibile costruire un sistema computazionale in grado di reagire come un uomo.
Tuttavia, si tratterebbe soltanto di una simulazione del comportamento umano ( AI debole ) e non di un'intelligenza artificiale vera e propria.
Nota. Molte scelte umane sono dettate da esigenze fisiologiche ( sopravvivenza, riproduzione, paura della morte ) e sono scritte nel nostro Dna. Una macchina non le possiede.
Probabilmente, la vera intelligenza artificiale ( AI forte ) non nascerà dalla simulazione umana ma da sistemi in grado di evolvere, elaborare nuovi schemi di pensiero e nuovi obiettivi da raggiungere.
I sistemi di AI forte potrebbero superare l'intelligenza umana ( singolarità tecnologica ).
Nota. Con la singolarità nascerebbe un'intelligenza incomprensibile per l'uomo, una forma di vita senziente completamente diversa da noi per obiettivi e visione del mondo. Secondo alcune opinioni autorevoli ( es. Stephen Hawking ) potrebbe diventare anche un pericolo per il genere umano.