Come risolvere il problema delle pagine scansionate ma non indicizzate su Google
Molti siti web presentano pagine che Google ha scansionato ma scelto di non indicizzare. In Google Search Console (GSC) questo appare come “Scansionata, attualmente non indicizzata”. In pratica Googlebot ha visitato la pagina ma non l’ha ancora aggiunta all’indice, quindi la pagina non compare nei risultati di ricerca.
Nel caso in esame, circa il 50% delle pagine di un sito (articoli del blog e pagine didattiche “non news”) risultano in questo stato da molto tempo, sia per contenuti nuovi che vecchi. Ciò significa traffico organico perso e contenuti che non raggiungono il pubblico.
Nel report in Google Search Console numerose pagine sono contrassegnate come “Crawled currently not indexed” (scansionate ma non indicizzate). Queste pagine sono state visitate dal crawler di Google ma non compaiono nell’indice, quindi non generano traffico organico.
È normale che Google non indicizzi il 100% delle pagine di un sito. Siti molto grandi spesso hanno una percentuale di URL esclusi dall’indice, e in certi casi l’indicizzazione di una pagina può richiedere tempo. Tuttavia, una quota così alta (50%) e persistente di pagine non indicizzate è un segnale di possibili problemi tecnici o qualitativi da affrontare. In questa guida tecnica vedremo perché accade e come intervenire per aumentare l’indicizzazione, seguendo le ultime linee guida SEO di Google.
In sintesi, tratteremo le cause comuni (tecniche e di qualità) per cui le pagine risultano “scansionate ma non indicizzate”. Come analizzare con strumenti (es. GSC) le pagine escluse e individuarne i motivi specifici. Come ottimizzare il CMS personalizzato, la struttura del sito e i collegamenti interni per favorire l’indicizzazione. Come usare al meglio Google Search Console per richieste di indicizzazione e diagnosi dei problemi. Come migliorare la qualità percepita delle pagine (contenuti utili, originali, E-E-A-T) per renderle più rilevanti per Google.
- Perché Google non indicizza alcune pagine? Cause comuni
- Analisi delle pagine escluse: identificare il motivo per ciascuna
- Ottimizzazioni tecniche del CMS e struttura del sito per migliorare l’indicizzazione
- Utilizzo efficace di Google Search Console per indicizzazione e diagnosi
- Migliorare la qualità e la rilevanza SEO delle pagine
- Conclusioni
Perché Google non indicizza alcune pagine? Cause comuni
Le ragioni per cui Google decide di non indicizzare una pagina dopo averla scansionata possono essere diverse. In generale rientrano in due macro-categorie:problemi tecnici/crawler e problemi di qualità del contenuto. Google potrebbe ritenere che la pagina non sia abbastanza preziosa o unica da meritare un posto nell’indice, oppure potrebbe incontrare ostacoli tecnici che ne impediscono l’indicizzazione. Vediamo le cause comuni:
- Contenuti duplicati o molto simili: Google tende a non indicizzare pagine identiche o quasi identiche tra loro, preferendo inserirne solo una. Se il tuo CMS genera duplicati (es. stessa pagina raggiungibile con URL diversi, versioni stampabili, parametri, pagine di tag con contenuto ripetuto), molte URL potrebbero venire scansionate ma filtrate dall’indice. Ad esempio, in GSC potresti vedere anche stati di esclusione come “Duplicata - Google ha scelto un diverso canonical” per alcune URL.
- Contenuti di bassa qualità o “thin content”: Pagine con contenuto scarso, superficiale o ritenuto non utile possono essere ignorate da Google. Ad esempio, un articolo di poche righe, o che non aggiunge nulla di nuovo rispetto ad altre fonti, rischia di non superare la “soglia di qualità” per l’indicizzazione. Google ha esplicitamente ridotto l’indicizzazione di pagine di valore limitato, soprattutto dopo i recenti aggiornamenti algoritmici. In pratica, se la pagina non offre un motivo forte per essere indicizzata (originalità, utilità, qualità), potrebbe restare fuori dall’indice.
- Scarsa struttura del sito e linking interno insufficiente: Una architettura web poco organizzata può ostacolare l’indicizzazione. Se Google fatica a capire la gerarchia dei contenuti o trova pagine “isolate” con pochi collegamenti interni, tenderà a considerarle meno importanti. Pagine raggiungibili con molti clic dalla home o non incluse in menu, sitemap o collegamenti contestuali possono essere scansionate di rado e indicizzate con meno priorità. Ad esempio, poche pagine indicizzate in sezioni profonde del sito, pagine orfane, oppure GSC che segnala “Scoperta ma non indicizzata” (il che indica problemi di scoperta/crawl).
- Segnali E-E-A-T insufficienti (Esperienza, Competenza, Autorevolezza, Affidabilità): La qualità percepita di una pagina conta molto. Google valuta (in modo algoritmico) se il contenuto è autorevole e scritto da fonti esperte/affidabili, soprattutto per argomenti delicati (salute, finanza, didattica, ecc.). Pagine che non dimostrano E-E-A-T possono essere ritenute meno valide. Ad esempio, contenuti YMYL (Your Money Your Life) senza indicazione di autore competente o senza fonti affidabili potrebbero essere ignorati. Quindi, esperienza, competenza, autorevolezza e affidabilità sono requisiti chiave perché un sito sia valutato positivamente. Tutto questo non è un “fattore di ranking” diretto ma influenza la fiducia di Google nei contenuti.
- Problemi di canonicalizzazione o URL management: Un’errata gestione dei tag canonici può portare Google a non indicizzare alcune pagine. Se più URL contengono lo stesso contenuto e il CMS non definisce correttamente il canonical, Google potrebbe scegliere arbitrariamente una versione e scartare le altre. In alcuni casi Google potrebbe etichettare una pagina come duplicata e non indicizzarla (anche mostrandola come “Scansionata ma non indicizzata”) perché crede che appartenga a un cluster duplicato. Anche URL con parametri o sessioni possono confondere l’indicizzazione se non gestiti (meglio usare URL univoci puliti o indicare a Google quali ignorare tramite strumenti come URL Parameters).
- Blocchi da robots.txt o tag noindex involontari: Questo rientra nei problemi tecnici. Se una pagina era temporaneamente bloccata da `robots.txt` o aveva un meta `noindex` (magari rimosso in seguito), potrebbe comparire come scansionata ma non indicizzata (specie se il blocco è stato tolto e Google deve ancora indicizzare). In genere però, GSC mostrerebbe stati specifici (“Bloccata da robots” o “Esclusa da tag ‘noindex’”). Vale comunque la pena verificare che il file robots.txt non blocchi percorsi importanti e che sulle pagine in questione non ci siano tag noindex per errore
- Errori server, lentezza o altri problemi di crawling: Se Googlebot riscontra errori (timeout, codici 5xx) durante la scansione, potrebbe rimandare l’indicizzazione. Una pagina può risultare scansionata ma non indicizzata se ad esempio il crawler ha ottenuto solo una parte del contenuto per timeout. GSC potrebbe mostrare errori di crawl separatamente (se persistenti). Assicurarsi che il server risponda correttamente e con tempi accettabili è fondamentale.
- Bassa “autorità” o scarso PageRank del dominio: Se il tuo sito nel complesso ha pochi backlink esterni, poche citazioni testuali del brand (nome) o è molto giovane, Google potrebbe essere restio a indicizzare troppe pagine. In altre parole, stai pubblicando più contenuti di quanti Google sia disposto a indicizzare dato l’attuale valore del tuo sito. È un fenomeno osservato su siti di nicchia o nuovi: Google indicizza solo una parte dei contenuti finché il sito non dimostra maggiore autorità (es. attraverso link in entrata di qualità, segnali social, traffico). In GSC non c’è un’indicazione diretta di “bassa autorità”, ma se hai escluso le altre cause, questa potrebbe essere la spiegazione.
- Altri fattori di filtro algoritmico: Google potrebbe de-indicizzare nel tempo pagine che un tempo erano indicizzate, ad esempio se diventano obsolete o sovrastrate da contenuti più freschi. A volte URL prima indicizzate finiscono nello stato “Scansionata ma non indicizzata” perché Google ha de-indicizzato la pagina per qualità insufficiente o contenuti non più ritenuti utili. Inoltre, aggiornamenti algoritmici periodici possono rivalutare il tuo sito: se molte pagine restano escluse, potrebbe esserci un site-wide quality issue (problema di qualità generale del sito) che va affrontato migliorando l’insieme dei contenuti.
Di seguito, una tabella riassuntiva delle cause comuni, i segnali diagnostici e le relative azioni correttive:
Problema comune | Possibili indizi (diagnosi) | Azioni correttive consigliate |
---|---|---|
Contenuti duplicati (pagine con testi identici o molto simili) | - GSC mostra esclusioni per duplicazione (es. “Duplicata, Google ha scelto un diverso URL canonico”). - Eseguendo una ricerca Google con un estratto testuale, trovi più URL del tuo sito con lo stesso contenuto. |
- Unifica o elimina i duplicati: combina pagine simili in un’unica pagina completa. - Usa correttamente il tag <link rel="canonical"> indicando la versione principale.- Escludi tramite noindex eventuali pagine duplicative (es. pagine di tag poco utili). |
Thin content / bassa qualità (contenuto scarso o poco utile) | - Pagine con pochissimo testo o testo generico. - Contenuti che non soddisfano l’intento di ricerca o dicono cose già note. - Nessun engagement: nessun backlink, nessuna condivisione, alta frequenza di rimbalzo. |
- Arricchisci il contenuto: aggiungi dettagli, esempi, dati originali, sezioni di approfondimento. - Rispondi meglio alle domande degli utenti (ricerca di parole chiave correlate per coprire l’argomento a 360°). - Aggiungi elementi multimediali utili (immagini, infografiche, video) e una formattazione leggibile. |
Linking interno carente (pagina isolata nella struttura) | - Pochi o nessun link interno da altre pagine verso quella URL. - Pagina non elencata in menu, sitemap HTML, breadcrumb o articoli correlati. - Profondità di clic elevata (es. raggiungibile solo dopo 4-5 clic dalla home). |
- Aggiungi collegamenti interni: linka la pagina da articoli correlati, categorie, tag, sitemap HTML. - Implementa breadcrumb e menu secondari se utili, per collegare gerarchicamente la pagina. - Riduci la profondità: se è un contenuto importante, portalo più vicino alla home (ad es. link sulla home o categoria principale). |
Problemi tecnici (noindex, robots, errori) | - File robots.txt che blocca la cartella o il pattern dell’URL in questione. - Presenza di tag <meta name="robots" content="noindex"> nel codice HTML della pagina (magari lasciato per errore).- La pagina restituisce un HTTP 404/410 (risorsa non trovata) o un soft 404 (pagina vuota o con messaggio di errore). |
- Verifica robots.txt: rimuovi eventuali direttive Disallow che bloccano pagine necessarie. - Controlla i meta-tag: assicurati che le pagine siano marcate per indicizzazione ( index, follow ).- Usa lo Strumento di ispezione URL di GSC per vedere lo screenshot e il codice HTML renderizzato da Google: accertati che il contenuto sia visibile e che non vi siano errori lato server. - Correggi link interrotti o riferimenti a pagine non più esistenti (evita catene di redirect lunghe, ecc.). |
Bassa autorità del dominio (site authority) | - Il sito ha pochissimi backlink di qualità da altri domini. - È un sito nuovo o di nicchia, con PageRank distribuito molto basso (poche pagine hanno potere di ranking). - Numerose pagine create di recente ma Google ne indicizza solo una piccola percentuale. |
- Link building mirata: ottieni citazioni e backlink autorevoli (es. pubblicando guest post, risorse utili che altri linkano, directory di qualità). - Promozione dei contenuti: condividi gli articoli sui social, forum, newsletter per aumentare visibilità (indirettamente può portare link e traffico, segnali che aiutano l’indicizzazione). - Considera di ridurre il numero di pagine se sproporzionato rispetto all’autorità: è meglio avere meno pagine ma ben indicizzate, che migliaia ignorate. |
Scarsa dimostrazione di E-E-A-T (fiducia/competenza) | - Mancano pagine come “Chi siamo”, informazioni di contatto, privacy policy (se il sito sembra anonimo e poco trasparente). - I contenuti non mostrano autore (o l’autore non ha credenziali nelle materie trattate). - Articoli che affermano cose importanti senza citare fonti o senza mostrare esperienza diretta. |
- Aggiungi informazioni di trust: pagina About, dettagli sull’autore (bio, titoli, esperienze) e contatti chiari sul sito. - Mostra la tua esperienza: se scrivi contenuti didattici, includi casi di studio, risultati di progetti reali, testimonianze, ecc. per provare che sai di cosa parli. - Cita fonti autorevoli a supporto di dati o affermazioni (es. link a studi, linee guida ufficiali), specialmente in ambito medico/scientifico. Questo aumenta l’affidabilità percepita. |
Spesso più fattori concorrono insieme. Ad esempio, una pagina potrebbe essere poco linkata e avere contenuto un po’ scarno: la somma di questi elementi la rende un candidato a restare fuori indice finché non si migliora la situazione. Nel nostro caso specifico (blog didattico su CMS custom), è probabile che qualità del contenuto e duplicazione giochino un ruolo importante: se una pagina è segnalata come “Scansionata, attualmente non indicizzata” da molto tempo, con ogni probabilità è la qualità della pagina ad averne impedito l’indicizzazione. Nei prossimi passi vedremo come confermare le cause per le tue pagine ed intervenire.
Analisi delle pagine escluse: identificare il motivo per ciascuna
Il primo passo è analizzare in dettaglio le pagine “scansionate ma non indicizzate” per capire, caso per caso, quale possa essere il motivo dell’esclusione. Ecco una checklist operativa per svolgere la diagnosi:
- Raccogli l’elenco delle pagine non indicizzate: In Google Search Console, vai alla sezione Copertura o Pagine (nel nuovo rapporto Index Coverage). Filtra per Escluse e individua la riga “Scansionata, attualmente non indicizzata”. Esporta l’elenco di URL coinvolte. Nota se sono concentrate in una specifica sezione (es. solo articoli di un certo tipo) o se sono distribuite in tutto il sito.
- Usa lo Strumento di ispezione URL (URL Inspection): Per alcune URL campione, utilizza la funzione “Ispeziona URL” di GSC. Questo strumento fornirà dettagli preziosi:
- Stato attuale nell’indice: confermerà se la pagina è effettivamente non indicizzata. (Talvolta GSC può mostrare un leggero ritardo nei dati di copertura, per cui è bene verificare: se l’ispezione indica “URL non è su Google”, è confermato che non è indicizzata).
- Crawl e rendering: vedrai la data dell’ultima scansione da parte di Googlebot. Controlla lo screenshot e l’HTML renderizzato: verifica che il contenuto sia visibile correttamente. Se il sito carica contenuti via JavaScript, assicurati che Googlebot li veda.
- Canonical e pagine alternative: l’ispezione mostra quale URL canonico è considerato per quella pagina. Se Google ha scelto un diverso canonical (lo dirà esplicitamente), significa che pensa sia un duplicato di qualche altra pagina. In tal caso, hai trovato probabilmente la causa (duplicazione) e dovrai sistemare i tag canonical o i contenuti.
- Blocco robots o noindex: se per qualche motivo la pagina risultasse bloccata o con noindex, l’ispezione lo segnalerà chiaramente sotto “Indicizzazione > Esclusa da…”. Questo permetterebbe di escludere cause tecniche immediate.
- Confronta con le pagine indicizzate: Prendi un campione di pagine correttamente indicizzate sul tuo sito (magari l’altra metà del sito che Google ha incluso) e confrontale con quelle escluse. Ci sono differenze evidenti? Ad esempio: le pagine indicizzate hanno contenuti più lunghi, più link in entrata, titoli più ricchi, oppure trattano argomenti diversi? Questo confronto può rivelare pattern: magari tutte le pagine non indicizzate sono brevi news o schede prodotto quasi vuote, mentre quelle indicizzate sono articoli approfonditi. Identificare tali pattern ti aiuta a capire su cosa intervenire.
- Verifica la qualità e unicità del contenuto: Per ogni pagina esclusa, valuta il contenuto criticamente:
- È abbastanza approfondito? Ha almeno 300-500+ parole di testo utile? Va detto che non c'è una regola. In alcuni casi può averne anche meno, purché risponda direttamente a una domanda in modo chiaro e inconfutabile. Copre l’argomento in modo completo?
- È originale? Copia uno spezzone distintivo di testo e cercalo su Google tra virgolette. Se compaiono risultati da altri siti, potresti avere un problema di contenuto duplicato/plagiato. Se escono altre pagine del tuo stesso sito, sicuramente c’è duplicazione interna. Inoltre, se molte altre pagine rispondono alla stessa domanda nello stesso modo, anche se con parole diverse, entra in gioco l'autorevolezza del sito.
- Soddisfa un intento di ricerca chiaro? Prova a metterti nei panni dell’utente: la pagina risponde a una domanda o esigenza specifica in modo migliore o almeno pari ad altri risultati che trovi su Google? Se è una pagina didattica, fornisce valore aggiunto (esempi, esercizi, spiegazioni chiare) o è una definizione banale da dizionario?
- Contiene elementi di E-E-A-T? Controlla se c’è un autore indicato, se il tono è da esperto, se cita fonti attendibili. Un contenuto che sembra improvvisato o generico su un tema specialistico potrebbe essere valutato male.
- Densità e pertinenza delle parole chiave: la pagina è on-topic? A volte pagine scritte senza focus possono non posizionarsi per nessuna keyword specifica e quindi Google le ignora. Usa strumenti come Google Keyword Planner o semplicemente cerca la parola chiave principale: la pagina offre ciò che gli altri risultati top offronto?
- Esamina i metadati SEO e attributi tecnici: Controlla il tag `<title>` e la meta description della pagina. Sono duplicati di altre pagine? (Titoli duplicati sono spia di contenuti simili). Controlla presenza di `<meta robots>` e `<link rel="canonical">` nel codice sorgente: assicurati che non vi siano `noindex`, e che il `canonical` punti a sé stessa (salvo casi intenzionali). Se trovi canonical verso un’altra pagina senza motivo, hai trovato un bug da correggere.
- Analizza la struttura dei link interni: Utilizza un crawler SEO (come Screaming Frog, Sitebulb o Ahrefs Webmaster tools) per mappare il tuo sito. Verifica per ogni URL quante pagine interne lo linkano. Le pagine non indicizzate hanno pochissimi inbound links interni? Se sì, è probabile che Google le consideri meno importanti. Idealmente ogni pagina importante dovrebbe essere linkata da almeno un menu o una pagina autorevole del sito. Se scopri pagine completamente orfane (zero link interni), hai trovato un grave motivo: collegale subito dal resto del sito.
- Controlla la presenza in sitemap XML: Se usi una sitemap.xml (consigliato), verifica che queste URL siano elencate lì. Una pagina non in sitemap non è condannata, ma avere URL in sitemap aiuta Google a scoprire e rivalutare i contenuti. Se molte pagine escluse non erano in sitemap, aggiungile e richiedi a GSC di elaborare di nuovo la sitemap.
- Valuta segnali esterni: Anche se non strettamente necessario per l’indicizzazione, controlla se quelle pagine hanno backlink esterni o social share. Pagine con zero segnali esterni possono essere indice di contenuti che nessuno ha ritenuto interessanti da condividere o linkare. Non puoi forzare i backlink, ma questo dato ti fa capire quali contenuti “non hanno sfondato”. Considera che se qualche pagina esclusa ha invece ottimi backlink, è strano che non sia indicizzata, in tal caso il problema è quasi sicuramente tecnico (Google non la indicizzerebbe mai se la ritiene importante per via dei link, a meno di un blocco).
- Segmenta per tipologia di pagina: Raggruppa le pagine non indicizzate per tipo: ad esempio, tutte le schede di una certa categoria di prodotti, o tutti gli articoli brevi, o tutte le pagine con un certo template. Spesso la causa è comune a quel gruppo (es: un particolare template del CMS potrebbe avere un problema di meta tag; oppure tutti gli articoli di una rubrica potrebbero essere scritti da guest blogger con contenuto meno curato, ecc.). Capire il pattern ti permette di applicare fix mirati e sistemici.
Quali strumenti sono utili per analizzare le pagine?
Oltre a Google Search Console, puoi usare Screaming Frog SEO Spider (crawling e audit tecnico), Copyscape o Siteliner (per individuare contenuti duplicati interni o esterni), Google Analytics (per vedere se le pagine escluse ricevano traffico da altre sorgenti, indicando interesse), e log server (per controllare la frequenza di crawl Googlebot su quelle pagine, se necessario). Inoltre, tool come Ahrefs o Semrush possono aiutarti a identificare backlink o confrontare la lunghezza/qualità dei contenuti rispetto ai concorrenti. Alcuni tools sono gratuiti mentre altri sono a pagamento e purtroppo sono anche molto costosi, quindi valuta caso per caso cosa veramente ti serve.
Alla fine di questa analisi, dovresti avere per ogni cluster di pagine escluse una o più ipotesi di causa (es: “molti articoli brevi su argomento X non indicizzati, probabilmente perché duplicati tra loro e poco approfonditi” oppure “pagine del glossario non indicizzate, forse canonical tutte puntano alla pagina principale del glossario”). Ora è il momento di passare alle ottimizzazioni per risolvere tali problemi.
Ottimizzazioni tecniche del CMS e struttura del sito per migliorare l’indicizzazione
Una volta identificate le possibili cause, puoi agire sul tuo CMS personalizzato e sulla struttura del sito per rimuovere gli ostacoli all’indicizzazione. Ecco le principali azioni da intraprendere:
1] Eliminare o ridurre i contenuti duplicati interni
Per un CMS personalizzato, assicurati che ogni contenuto abbia un unico URL canonico. Controlla se esistono:
- URL alternative per la stessa pagina (es. `/pagina` e `/pagina?ref=menu` che mostrano lo stesso contenuto). In tal caso, implementa redirect 301 dalle versioni secondarie all’URL principale, oppure usa `rel=canonical` per indicare qual è la versione da indicizzare.
- Pagine di archivio, tag o ricerca che ripubblicano integralmente i testi degli articoli. Queste possono generare duplicazione massiccia. Soluzione: mostra solo estratti (snippet) e non il testo completo su pagine di categoria/tag; oppure aggiungi un meta `noindex` a pagine di archive non indispensabili nell’indice (ad esempio, tag poco usati).
- Contenuti simili: se hai più articoli che coprono lo stesso argomento con poche variazioni, considera di consolidarli in un unico articolo più completo. Poi esegui redirect 301 dalle vecchie pagine all’articolo principale aggiornato. Meno pagine ridondanti significano più possibilità di indicizzazione per quella consolidata.
Inoltre, verifica la corretta implementazione dei tag canonical nel CMS: ogni pagina di contenuto dovrebbe avere `<link rel="canonical" href="URL-della-stessa-pagina" />` (auto-referenziale) a meno che non sia volutamente un duplicato di un’altra pagina. Se il tuo audit ha rilevato canonical errati (es. molte pagine che puntano alla home o a una categoria generica), correggi la logica nel CMS che genera questi tag. La canonicaizzazione corretta aiuta Google a capire cosa indicizzare e previene l’esclusione di pagine uniche perché erroneamente marcate come duplicati.
2] Migliorare la struttura del sito e i collegamenti interni
Rendi la vita facile al crawler di Google strutturando bene i contenuti:
- Navigazione chiara: Organizza le pagine in categorie e sottosezioni logiche. Ogni pagina dovrebbe essere raggiungibile tramite pochi clic dalla home (idealmente 3 clic o meno). Se il sito è didattico, potresti avere sezioni per argomento o per livello; assicurati che ogni articolo rientri in una sezione.
- Breadcrumbs: Implementa i breadcrumb (briciole di pane) se possibile, che collegano ogni pagina alla categoria principale. Questo non solo aiuta gli utenti ma crea link interni verso le pagine parent (categoria) e la home, rafforzando la gerarchia.
- Link interni contestuali: Aggiungi link tra contenuti correlati. Ad esempio, nei post del blog inserisci riferimenti ad altri post pertinenti (“Vedi anche: …”) con anchor text descrittivo. Collega le pagine didattiche tra loro se trattano argomenti affini (es. la pagina sulla fotosintesi potrebbe linkare a quella sui cloroplasti, ecc.). Google utilizza i link interni per scoprire pagine e valutarne l’importanza: pagine con più link interni da sezioni autorevoli verranno scansionate e indicizzate con priorità maggiore.
- Footer e menu secondari: Se alcune pagine importanti risultano orfane, valuta di aggiungerle in un menu secondario o nel footer temporaneamente per segnalarle a Google. Ad esempio, una sezione “Risorse utili” nel footer che elenca le top guide del tuo sito garantisce che queste abbiano almeno un link da ogni pagina (tramite il footer globale).
- XML Sitemap aggiornata: Genera o aggiorna la sitemap.xml includendo tutte le pagine importanti. La sitemap aiuta Google a scoprire URL e a riprogrammarne la scansione. Assicurati di inviare la sitemap in Search Console e di vedere quanti URL sono “indicizzati” vs “inviati” nel report Sitemap. Se noti che URL presenti in sitemap restano esclusi a lungo, è un segnale che va migliorato altro (qualità, authority). Comunque, avere una sitemap pulita e aggiornata è una best practice da non trascurare.
- Rimuovi collegamenti a pagine non indicizzate? Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non rimuovere i link interni verso pagine non indicizzate nel tentativo di “nascondere” contenuti di bassa qualità. Meglio migliorare quelle pagine o noindexarle se necessario. Togliere i link rischia di isolare ancor di più quei contenuti. Mantieni invece una struttura coerente: se una pagina non merita link, forse non merita nemmeno di esistere/essere indicizzata - valuta la sua utilità complessiva.
3] Risolvere problemi nei file robots.txt e meta tag
Anche se hai verificato che formalmente i robots.txt e meta tag non stanno bloccando le pagine, ricontrolla attentamente:
- Verifica il contenuto del file robots.txt. Apri il file `robots.txt` del tuo sito e cerca eventuali direttive `Disallow` che possano incidere. Ad esempio, se trovi `Disallow: /private/` e alcune pagine escluse hanno URL in quella cartella, ecco spiegato l’arcano. Rimuovi o modifica tali regole se le pagine dovrebbero essere indicizzabili. Usa lo "Strumento di test robots.txt" in GSC per provare URL specifici.
- Verifica il noindex delle pagine nel CMS. Nei modelli del tuo CMS, verifica che le pagine in questione non vengano marcate con `noindex` in certe condizioni. Ad esempio, alcune piattaforme aggiungono `noindex` a pagine con pochi contenuti o pagine di archivio per default. Assicurati che non sia il tuo caso (cerca nella sorgente HTML delle pagine il termine “noindex”). Se presente, rimuovi il meta tag per permetterne l’indicizzazione.
- Controlla anche l’header HTTP X-Robots-Tag se il tuo server lo usa, per assicurarti che non stia segnalando noindex a livello di risposta HTTP.
- Canonicals sbagliati: come già detto, sistemali. Ogni pagina dovrebbe auto-canonicalizzarsi a meno di duplicati intenzionali.
- Hreflang: Se il tuo sito è multilingua o multi-regionale e usi tag `hreflang`, sappi che errori in questi tag possono confondere l’indice. Una pagina potrebbe non indicizzarsi se Google ritiene che la versione canonica sia in un’altra lingua. Assicurati che i tag hreflang siano corretti e reciproci, e che puntino a pagine indicizzabili.
4] Migliorare le prestazioni e la configurazione tecnica del sito
Sebbene “page experience” e velocità non siano cause dirette di esclusione (una pagina lenta può comunque essere indicizzata se il contenuto è ottimo), problemi gravi di performance o errori frequenti possono influire negativamente sul crawl e sull’indicizzazione:
- Monitora i codici di stato HTTP: usa i log o tool online per vedere se Googlebot sta incontrando errori 5xx o timeout su certe pagine. Se sì, investi in un hosting migliore o ottimizza il codice per evitare crash.In particolare, controlla se le pagine escluse magari restituiscono un codice 200 OK ma in realtà mostrano un messaggio tipo “Contenuto non trovato” (soft 404). In tal caso, Google giustamente le esclude. Dovresti o rimuoverle o popolarle col contenuto corretto.
- Verifica la compatibilità mobile delle pagine (Mobile-Friendly Test di Google): dal momento che l’indicizzazione è mobile-first su Google, se una pagina su mobile è rotta o il contenuto è nascosto, potrebbe subire problemi. Assicurati che layout e contenuti siano fruibili su dispositivi mobili.
- Implementa Core Web Vitals decenti: non è direttamente un fattore di indicizzazione, ma rientra nella qualità dell’esperienza utente. Pagine con LCP lentissimi o layout instabili potrebbero peggiorare la percezione di qualità. Usa GSC sezione "Segnali web essenziali" e "Usabilità mobile" per vedere se le pagine (magari un gruppo di pagine) hanno problemi diffusi. Risolvendoli, migliori il sito in generale.
5] Prioritizzare e aggiornare le pagine escluse
Se hai tantissime pagine non indicizzate, può non essere realistico sistemarle tutte in un colpo. Fai una prioritizzazione:
- Identifica quali pagine escluse sono più importanti per te (es. perché trattano argomenti strategici, o hanno potenziale di traffico). Concentrati prima su quelle.
- Valuta per quali pagine ha senso investire tempo di miglioramento e per quali invece è meglio impostare un `noindex` permanente o addirittura cancellarle. Ad esempio, se hai 100 pagine quasi duplicate o molto vecchie che non hanno più valore, può convenire escluderle dall’indice volontariamente per alzare la qualità media del sito, anziché spendere tempo a migliorarle tutte. Google consiglia di rimuovere pagine inutili o di bassa qualità perché un sito snello e di qualità è preferibile a uno gonfio di pagine irrilevanti.
- Per le pagine che decidi di ottimizzare, aggiorna la data (se pertinente) e fai in modo che Google le veda come “nuove”. Un trucco semplice: apporta le modifiche sostanziali (contenuto, meta tag, link), poi modifica leggermente il file sitemap (o la Last-Modified HTTP header se gestita) per segnalare che la pagina è cambiata di recente. Questo può stimolare Google a ricrawlarla prima.
Utilizzo efficace di Google Search Console per indicizzazione e diagnosi
Google Search Console è il tuo alleato principale per monitorare e migliorare l’indicizzazione. Ecco come sfruttarlo al meglio in questo processo:
- Report “Pagine” (Copertura indice): Monitora costantemente il numero di pagine valide (indicizzate) vs escluse. Dopo le modifiche, potresti vedere le pagine spostarsi da “escluse” a “valide” nel corso di alcune settimane. Usa i filtri per concentrarti su “Scansionata ma non indicizzata” e osserva se il numero cala col tempo. Inoltre, controlla altri stati di esclusione correlati (es. “Scoperta, non indicizzata” o “Duplicata, non selezionata per indicizzazione”) per avere un quadro completo.
- Ispezione URL e richiesta di indicizzazione: Dopo aver ottimizzato una pagina, utilizza la funzione “Richiedi indicizzazione” nello strumento di ispezione URL. Google metterà in coda la pagina per una nuova scansione e (si spera) indicizzazione. Non abusare di questa funzione: richiedi manualmente per le pagine più importanti e dove hai fatto modifiche significative. Per batch di molte pagine, è meglio fare affidamento sulla normale scansione o eventualmente su una sitemap. Ricorda che Google ha un limite di richieste indicizzazione giornaliere per proprietà, quindi usale con parsimonia.
- Convalida la correzione: In GSC, quando filtri per un certo tipo di esclusione (es. “Scansionata attualmente non indicizzata”), potrebbe comparire il pulsante “Convalida correzione”. Questo avvia un processo in cui Google ricontrolla gradualmente le pagine di quel gruppo. Usalo dopo aver effettuato le ottimizzazioni su un insieme di pagine. Ad esempio, se hai migliorato 20 pagine duplicate, clicca “Convalida correzione” sul gruppo “Scansionata ma non indicizzata” per segnalare che dovrebbero rivederle. GSC ti mostrerà lo stato di avanzamento della convalida nel tempo.
- Verifica miglioramenti e log delle scansioni: Puoi incrociare i dati GSC con i log del server per vedere quando Googlebot ricrawla le pagine e se restituisce codice 200. Se vedi che Google ha ricrawlato (lo noti dal timestamp aggiornato nell’ispezione URL) ma la pagina rimane esclusa, forse serve ancora lavorare su qualità o altri segnali.
- Controlla Manual Actions e Security Issues: Nel menu “Sicurezza e azioni manuali” di GSC, verifica che non ci siano azioni manuali (penalizzazioni) o problemi di sicurezza (hack, malware). In caso di penalità per contenuto scarso o spam, ad esempio, molte pagine potrebbero essere escluse apposta. Bisogna risolvere tali problemi gravi seguendo le indicazioni di Google e poi richiedere una revisione.
- Utilizza l’API Indexing (in casi speciali): Google offre un API di Indicizzazione da utilizzare per certi tipi di contenuti (attualmente, solo pagine di offerte di lavoro o Live stream/video). Se il tuo sito rientra in queste categorie, potresti integrare l’API per notificare immediatamente nuove pagine a Google. Per un blog didattico normale, l’API non è supportata, quindi il metodo rimane GSC manuale. Fai attenzione a tool o plugin che promettono “indicizzazione istantanea” se non rientri nei tipi supportati: spesso usano hack non ufficiali e sono sconsigliati.
- Analizza i rapporti di esperienza e core web vitals: Come menzionato, dai uno sguardo in GSC ai report Segnali Web Essenziali e Usabilità su dispositivi mobili per le pagine migliorate. Se ora una pagina è indicizzata ma ha pessimi Core Web Vitals, lavoraci: potrebbe non rimuoverla dall’indice, ma migliorare questi aspetti aiuta il ranking e l’esperienza utente.
In sostanza, Search Console serve sia da termometro (ti mostra quante e quali pagine non sono indicizzate, dandoti indizi sul perché) sia da leva (ti consente di chiedere scansioni e vedere se i problemi si risolvono). Durante questo processo iterativo, tieniti un log degli interventi - ad esempio: “01/04/2025 - migliorato contenuto pagina X, richiesta indicizzazione; 10/04 - pagina X indicizzata ok”. Questo aiuta a capire cosa ha funzionato e cosa no.
Migliorare la qualità e la rilevanza SEO delle pagine
Oltre alle correzioni tecniche, il fattore decisivo è spesso la qualità percepita delle pagine. Google indicizza e posiziona con più facilità contenuti che ritiene utili, rilevanti e affidabili per gli utenti. Ecco alcune linee guida per elevare il livello delle tue pagine esclused e renderle degne di indice:
- Crea contenuti utili e originali (People-first content): Ogni pagina dovrebbe avere uno scopo chiaro e fornire valore aggiunto rispetto ad altre sul web. Evita testi ridondanti o mera rielaborazione di contenuti altrui. Punta all’originalità: includi prospettive uniche, esempi concreti, casi d’uso reali. Google ha introdotto il sistema dei contenuti utili proprio per identificare e premiare i contenuti scritti pensando agli utenti e non solo alla SEO. Chiediti: “Perché Google dovrebbe indicizzare questa pagina? Quale domanda degli utenti risolve in modo migliore di altre?”. Se trovi una buona risposta, assicurati che sia evidente nel contenuto.
- Aumenta la profondità e la completezza: Se un articolo è troppo breve o superficiale, ampliarlo può fare la differenza. Aggiungi sezioni di approfondimento su sotto-temi correlati (puoi ispirarti alle ricerche correlate su Google o a domande frequenti). Ad esempio, se hai una pagina didattica su un concetto, aggiungi paragrafi con esempi pratici, casi reali, esercizi o domande comuni degli studenti su quel concetto. Contenuti più completi e dettagliati tendono ad essere valutati meglio (purché rimangano focalizzati e non divaghino inutilmente).
- Migliora la formattazione e l’esperienza utente: Un contenuto di qualità deve anche essere presentato bene. Utilizza titoli e sottotitoli (header `<h2>, <h3>`) chiari per suddividere gli argomenti, elenchi puntati o numerati per liste di punti chiave (come questa guida), tabelle riassuntive quando è opportuno, evidenziazione in grassetto per concetti importanti. Inserisci immagini illustrative, infografiche o diagrammi dove utile: non solo arricchiscono la pagina, ma offrono anche opportunità di traffico da Google Immagini. Tutto ciò migliora il dwell time e la soddisfazione del lettore, segnali positivi indirettamente.
- Dimostra E-E-A-T in ogni pagina: Abbiamo parlato di Esperienza, Competenza, Autorevolezza, Affidabilità. Per ogni pagina chiediti come puoi rafforzare questi aspetti:
- Esperienza: Hai esperienza diretta dell’argomento? Se sì, raccontala (“Basandoci su 5 anni di utilizzo di questo software…” oppure “Nel nostro laboratorio abbiamo testato…”). Far percepire l’esperienza concreta aumenta la fiducia.
- Competenza: Se il tema è specialistico, l’autorevolezza conta. Aggiungi una breve bio dell’autore in fondo, con le qualifiche (“Mario Rossi, docente di ...”). Linka eventualmente a un profilo LinkedIn o a pubblicazioni rilevanti. Citare fonti e studi autorevoli nel testo dimostra inoltre che l’articolo è ben documentato.
- Autorevolezza: Fai in modo che il sito, nel suo complesso, trasmetta professionalità: cura la pagina “Chi siamo” con i tuoi risultati, metti eventuali loghi di certificazioni o partnership, mostra numeri (es. “10.000 studenti formati dal 2010”). Una pagina di un sito autorevole avrà vita più facile nell’indice rispetto alla stessa pagina su un sito sconosciuto.
- Affidabilità: Mantieni le promesse fatte nei titoli (niente titoli clickbait fuorvianti), correggi errori factuali, tieni aggiornati i dati (se citi statistiche, assicurati che non siano vecchie di 10 anni o fornisci il contesto storico). Se il contenuto è aggiornato al 2021 ma è ancora valido, valuta di aggiungere una nota “Ultimo aggiornamento…” per segnalare freschezza.
- Evita pratiche contrarie alle linee guida di Google: Questo sembra ovvio, ma è bene ribadirlo. Non utilizzare contenuti generati automaticamente (a meno che non li revisioni attentamente per qualità), non fare keyword stuffing, non nascondere testo. Queste pratiche porteranno più facilmente a esclusione e penalizzazioni che a indicizzazione. Anche aggiornare frequentemente la data di pubblicazione senza cambiare il contenuto (fake freshness) è sconsigliato. Crea contenuti pensando davvero a cosa vuole l’utente, non a “ingannare” Google.
- Confronta le tue pagine con chi è in top 10 sulle SERP: Un esercizio utile per capire cosa manca è prendere una pagina non indicizzata (o indicizzata ma che non ranka) e confrontarla con i primi 10 risultati Google per la query target. Noterai probabilmente che i top hanno: contenuto più lungo, sezioni aggiuntive, migliori immagini, o semplicemente un dominio più forte. Su quest’ultimo puoi fare poco direttamente, ma sui primi aspetti puoi migliorare. L’obiettivo è che la tua pagina diventi almeno allo stesso livello qualitativo dei concorrenti. Quando Google la rileva migliorata e se il dominio acquista un po’ più di autorità, sarà invogliato a indicizzarla e magari posizionarla.
Ricorda che il tempo è un fattore: anche dopo tutte le ottimizzazioni, Google potrebbe impiegare settimane (a volte mesi) per indicizzare in modo stabile nuove pagine o reindicizzare quelle migliorate, specialmente se il tuo sito non è visitato frequentemente dal crawler. Abbi pazienza e continua a monitorare con GSC. Nel frattempo, concentrati a pubblicare nuovi contenuti seguendo queste best practice fin dall’inizio, così le nuove pagine avranno maggiori chance di indicizzazione rapida.
Conclusioni
Affrontare il problema delle pagine “scansionate ma non indicizzate” richiede un mix di analisi tecnica e miglioramento dei contenuti.
Abbiamo visto che spesso il motivo principale dell’esclusione è la qualità insufficiente o duplicazione del contenuti, ma vanno verificate anche possibili cause tecniche (canonical, noindex, linking carente, ecc.).
Una diagnosi accurata pagina-per-pagina con l’aiuto di Google Search Console e altri strumenti SEO è fondamentale per individuare la ragione specifica per cui Google ha ignorato quella pagina.
Le soluzioni spaziano dal correggere il CMS (per eliminare duplicati, migliorare la struttura e i link interni) al riscrivere o arricchire i contenuti per soddisfare gli standard di qualità attuali di Google (utilità, originalità, E-E-A-T).
Google Search Console dovrebbe essere usata attivamente: sia per monitorare l’andamento (dopo i fix, stai riducendo le escluse?) sia per forzare la nuova scansione delle pagine sistemate tramite Ispezione URL e Richiedi indicizzazione, o convalida fix di gruppo.
Le ultime linee guida SEO di Google enfatizzano contenuti utili e affidabili, quindi metti gli utenti al centro e Google ti verrà incontro prima o poi. In un contesto in cui ogni giorno vengono creati enormi volumi di contenuti simili (spesso anche con AI), Google è sempre più selettivo nell’indicizzazione.
Dobbiamo quindi dare a Google un motivo valido per indicizzare ciascuna pagina, dimostrando valore unico.
In generale, è utile avere una buona struttura interna e link equity per l’indicizzazione. Inoltre, aggiornamenti recenti come il Helpful Content Update confermano che contenuti pensati per le persone ottengono migliore trattamento da parte di Google. Mantieni il sito curato nel tempo, contenuti aggiornati, tecnicamente solido e ridurrai sul lungo periodo il fenomeno delle pagine ignorate.
Infine, non scoraggiarti se non vedi subito dei risultati: quasi ogni sito web (anche autorevole) ha qualche URL “scansionato ma non indicizzato”. L’obiettivo non è arrivare a zero esclusioni, ma assicurarsi che le pagine importanti e di valore siano tutte indicizzate. Spesso ci vuole molto tempo per vedere dei feed-back. Ultimamente Google è diventato più pigro rispetto al passato... è meno reattivo con i siti con poco trust (auterevolezza) e più veloce con i siti di cui si fida.
Ovviamente ricorda che queste raccomandazioni sono best practice e la SEO non è una "scienza" esatta. Quindi, non sono perfette. Nessuno conosce gli algoritmi di Google (forse nemmeno gli stessi ingegneri del search engine) e comunque le regole cambiano nel corso del tempo, a volte nel giro di poche settimane da frequenti Google Update. Implementando questi consigli, ti allinei alle aspettative dei motori di ricerca e migliori la SEO del tuo sito a 360° ma i risultati non sono garantiti.