Il linguaggio naturale nella ricerca semantica

La ricerca semantica ha avuto l'indubbio merito di avvicinare il linguaggio dei motori di ricerca al linguaggio naturale degli uomini. I vecchi algoritmi dei search engine hanno fortemente influenzato l'ottimizzazione Seo e, indirettamente, i contenuti sul web.

Per posizionarsi su Google era consigliabile inserire le parole chiave senza articoli o altro, nei titoli degli articoli, nelle parole in grassetto o nelle didascalie delle foto. In questo modo si era sicuri di far coincidere ciò che l'utente cerca con il titolo delle risorse o addirittura del sito web.

Quando l'utente cerca un'informazione sui search engine tende a scrivere le keyword senza articoli o preposizioni. Ad esempio, invece di scrivere "come fare un sito web" si limita a digitare "fare sito web". Diverse generazioni di webmaster, compresa la mia, si sono adeguati a questo stile di scrivere sul web.

Scrivere con il linguaggio dei motori di ricerca portava sicuramente vantaggi al posizionamento ma a quale prezzo? Spesso i contenuti erano talmente deturpati da essere poco leggibili o persino inutili per il lettore finale. Queste tecniche hanno portato a duplicare i contenuti su un medesimo algoritmo, al solo scopo di creare più versioni del documento, ognuna ottimizzata su una specifica versione della parola chiave ( es. singolare, plurale, sinonimi, ecc. )

Una situazione del genere non poteva durare. I contenuti duplicati e poco usabili non producono una buona esperienza dell'utente e il successo o meno di un motore di ricerca dipende dalla proprio soddisfazione dell'utente finale. È quindi razionale che i search engine abbiano deciso di mettere l'esperienza dell'utente al centro di tutto. Se l'utente è poco soddisfatto di un risultato, prima o poi questo sarà declassato.

L'arrivo degli algoritmi semantici nei search engine ha cambiato molte regole del gioco. I motori di ricerca non cercano più la coincidenza tra la lista delle parole della query dell'utente e l'elenco delle parole chiave nel titolo di una risorsa o nell'anchor text dei backlink verso di essa.

Ora scrivere per i motori di ricerca non ha più senso e non è più una strategia efficace. Grazie agli algoritmi semantici e all'intelligenza naturale, gli algoritmi di ricerca sono sempre più simili al modo di ragionare e di comunicare dell'essere umano.

La stessa indicizzazione è radicalmente cambiata. Le risorse non sono più classificate soltanto in associazione a una specifica parola chiave. Sempre più frequentemente l'indicizzazione si basa su un approccio più olistico, sulle parole chiave semantiche e sulle entità.

Gli stessi utenti hanno cambiato il modo di inserire la query. La diffusione dei device di accesso a internet tramite mobile, smartphone e tablet, ha creato nuove esperienze di navigazione. Su questi dispositivi l'utente non utilizza il mouse o la tastiera ma soltanto lo schermo touchscreen e i comandi vocali.

I comandi vocali consentono di formulare una domanda in linguaggio naturale più facilmente rispetto alla vecchia tastiera del computer. Ora gli utenti tendono a scrivere query più elaborate. Ad esempio "come fare un sito web", "dove posso trovare un ristorante", ecc.

Le nuove strategie di ottimizzazione nella ricerca semantica sono state costrette a utilizzare lo stesso linguaggio naturale degli utenti poiché è lo stesso linguaggio dei motori di ricerca. Questa convergenza è già in corso ed è inevitabile.

 


 

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