La Black Hat Seo

La Black Hat Seo è l'insieme delle tecniche SEO usate per migliorare il posizionamento organico di un sito sui motori di ricerca ma esplicitamente vietate dai search engine. Queste tecniche sono abbastanza efficaci ma anche molto rischiose.

Quali sono i pro e i contro

Da un lato le tecniche di Black Hat Seo consentono di raggiungere i primi risultati di ricerca su una keyword molto rapidamente, a volte persino immediatamente.

D'altra parte, quando il search engine individua il trucchetto, penalizza l'intero sito con un declassamento del ranking o un ban, facendolo scomparire dalle serp.

Per queste ragioni la Black Hat Seo non è consigliabile se si vuole costruire un progetto di lungo periodo sul web. Viene praticata soprattutto nelle attività predatorie one-shot e di breve periodo.

Perché sono dette Black Hat?

Queste attività di ottimizzazione sono chiamate così perché vietate, alcune sono persino illegali.

Il termine "black hat" deriva dal cappello nero portato dai cattivi nei primi film western. In contrapposizione al cappello bianco ( "white hat" ) dei tutori dell'ordine.

Allo stesso modo nella SEO chi usa queste tecniche vietate è detto Black Hat. Chi, invece, rispetta le regole è detto White Hat.

Tra questi due estremi si colloca una vasta zona intermedia di confine, detta Gray Hat ( cappello grigio ). Sono tecniche non ancora esplicitamente vietate dal search engine ma che presumibilmente lo saranno in futuro.

Quali sono le tecniche Black Hat

Alcune tecniche black hat molto usate, soprattutto in passato, erano le seguenti:

  1. Link farm. E' una tecnica di link building molto spinta. Consiste nel creare dei backlink automatici verso un sito per manipolare la link popularity e, quindi, il suo ranking sui motori di ricerca. Recentemente i search engine hanno imparato a riconoscere molti link artificiali ( non naturali ), uno degli algoritmi più noti e Google Penguin, infliggendo pesanti penalizzazioni a chi ne beneficiava.
  2. Keyword stuffing. E' la semplice ripetizione ossessiva di una parola chiava per aumentare la keyword density nel documento. Spesso si tratta di testo nascosto o di piccole dimensioni nel codice html del documento. A volte lo stuffing ha lo stesso colore dello sfondo della pagina per non infastidire l'utente. In passato era utilizzata anche per inserire keyword ad alta ricerca sui search engine in un documento che affronta argomenti diversi, al solo scopo di intercettare il flusso del traffico organico. Questa tecnica è facilmente individuabile dai search engine moderni.
  3. Doorway Pages o gateway. Sono pagine create con centinaia di parole chiave, progettate appositamente per ingannare il search engine e posizionarsi meglio. Spesso queste pagine mostrano agli utenti un link verso le vere pagine del sito oppure integrano un redirect javascript verso il vero sito. Erano molto usate nel 2000-2005.
  4. Swapping. E' una vecchia tecnica seo black hat. Viene creata una pagina web contenente le keyword per posizionarsi rapidamente. Una volta conquistata la prima posizione, la pagina viene sostituita con la vera pagina per i lettori.
  5. Commenti spam. E' una tecnica degli spammer. Un software bot per navigare nei blog e nei siti web, per pubblicare automaticamente dei commenti con link verso il proprio sito.
  6. Pingback spam. Si tratta di un software bot usato per effettuare ping frequenti sulle pagine del sito per simulare il comportamento degli utenti e far credere al search engine che la pagina è molto visitata.
  7. Link spam. Sono software simili ai precedenti. Inseriscono link automaticamente ovunque sia possibile sul Web.
  8. Cracking. Il cracker sfrutta le falle di sicurezza di un sito web, di un hosting o di un cms, per entrare sul sito e inserire dei link oppure dei redirect 301 verso i propri. Oltre a essere un'attività di link building vietata dai search engine è anche illegale.
  9. Reffer Spam. Si tratta di agenti automatici che visitano le pagine di un sito web simulando un utente, al fine di modificare le statistiche Analytics, confondere l'editore e peggiorare alcuni fattori tecnici di user experience agli occhi del search engine. A volte, può trattarsi di utenti reali catapultati sulle pagine del sito-vittima da malware o da altri siti malevoli.
  10. Trackback Spam
  11. Cloacking. Questa tecnica viene realizzata con i siti dinamici. Quando lo spider del search engine visita un indirizzo Url, il server lo riconosce e gli fa vedere un documento con un contenuto diverso rispetto a quello che normalmente vedono gli utenti. A volte la pagina non esiste nemmeno per gli utenti ma è tecnicamente ottimizzata per ingannare i motori di ricerca.
  12. Pagine automatiche e spinning. E' una tecnica di spam dell'ottimizzazione on-page. Un software crea migliaia di pagine web attingendo i contenuti da un database, usando tecniche di spinning del testo per variare la forma delle frasi. Le pagine "spinnate" sono ottimizzate per mettere in risalto particolari keyword.

    Nel tempo i search engine hanno imparato a rilevare i cluster nei contenuti e gli schemi ripetuti nelle frasi spinnate, penalizzando per spam-engine i siti web che le utilizzano. Ciò nonostante è una tecnica ancora usata e, se fatta bene, è ancora efficace.

  13. Desert scraping. Questa tecnica consiste nel copiare dei contenuti vecchi da domini scaduti oppure cambiati, non più indicizzati in Google, da riutilizzare sul proprio sito web. Ad esempio, il web scraping dei contenuti archiviati nelle pagine cache di Google, nella cronologia di Wikipedia o nei siti web memorizzati su Internet Archive.
  14. Ghost link. Si creano migliaia di backlink con anchor text ottimizzato verso una pagina web. Sono spesso link automatici che durano pochi giorni. Gli spider li trovano e attribuiscono il ranking alla pagina linkata. Poi i link scompaiono ma il ranking permane. Quando l'algoritmo antispam visita le pagine linkanti non trova più il link e non può penalizzare il sito linkato. Era efficace fino al 2012-2013.
  15. Private Blog Network ( PBN ). Creare dei network di blog al solo fine di inserire backlink a tema ( link artificiali ) verso il sito da posizionare. Talvolta i PBN non sono redatti manualmente da persone ma si tratta di contenuti creati automaticamente tramite software di scraping e spinning intorno a un particolare tema.
  16. Redirect 301 da siti esterni. Si tratta di reindirizzamenti 301 ingannevoli dalle pagine di siti web esterni verso il sito da posizionare. E' simile all'acquisto di un link. In questo caso, però, non si tratta dell'inserimento a pagamento di un link in una pagina di un altro sito, bensì del reindirizzamento dell'indirizzo Url della pagina verso quello del sito da posizionare. Spesso si tratta di sneaky redirect da pagine interne già ben posizionate su una chiave di ricerca, per trasferire il posizionamento organico sulla Serp alla pagina di destinazione ( landing page ).

L'elenco non è esaustivo e comprende soltanto le vecchie pratiche black del passato, quelle già conosciute anche dai motori di ricerca e pertanto poco efficaci.

Le attuali tecniche black hat della Seo, quelle veramente efficaci, sono spesso segrete.

Perché le tecniche Black Hat sono segrete?

Chi le conosce le applica senza divulgarne troppo l'esistenza per ovvi motivi logici, per non farle conoscere anche ai search engine e non farle usare dai siti concorrenti.

A mio giudizio personale nella black hat seo vale una semplice regola, se una tecnica è pubblicamente conosciuta, allora è già vecchia, inefficace e pericolosa.

Qual è la differenza tra Black Hat e Seo Negative?

La black hat seo genera un beneficio nel posizionamento organico di chi la attua, anche se lo espone al rischio di penalizzazione. La Seo Negativa, invece, è finalizzata a danneggiare il posizionamento organico di un sito web concorrente.

In genere, la Negative Seo utilizza le vecchie tecniche di black hat, quelle ormai divenute obsolete e facilmente individuabili dal motore di ricerca, appositamente allo scopo di indurre il search engine a riconoscerle e penalizzare il sito web vittima.

 


 

Segnalami un errore, un refuso o un suggerimento per migliorare gli appunti

In sintesi


FacebookTwitterLinkedinLinkedin
knowledge base

Libri di approfondimento

Search Engine Optimization

FAQ