La fine dell'authorship tra author rank e intelligenza artificiale

Google ha deciso di eliminare l'authorship dal proprio sistema di ranking. A fine giugno aveva già deciso di eliminare le faccine dalle Serp con grande sorpresa della seosfera, lasciando però capire che l'authorship non ne avrebbe risentito. Dopo due mesi ad andarsene è proprio l'authorship ed è sempre lo stesso John Mueller in un post su G+. La decisione di sradicare l'authorship dai processi di ranking è la conferma che l'allontamento di Matt Cutts non è stato casuale. Personalmente ho l'impressione che Google voglia cambiare rotta o, perlomeno, desideri reimpostarla in modo diverso.

author rank

La storia dell'authorship di Google

L'authorship venne introdotto nel 2011 con la presentazione del rel=author e con il lancio di Google Plus (G+). In un certo senso l'authorship ha consentito al social network di decollare più rapidamente. In tutto il mondo migliaia di seo e blogger decisero di aprire un account su G+, sperando in qualche favore sul posizionamento organico, e di associare il proprio profilo utente G+ ai propri articoli tramite l'authorship. La presenza della faccina sui risultati organici era, inoltre, un grande strumento di comunicazione con gli utenti e consentiva di mettere in evidenza i propri articoli rispetto agli altri.

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Perché Google ha abbandonato l'authorship

Nel corso di questi tre anni la seosfera e la blogsfera si adeguarono rapidamente e le faccine sulle serp divennero la norma, non più l'eccezione, trasformandosi ben presto in rumore. Inevitabilmente questo ha danneggiato la raccolta pubblicitaria di Google. Tuttavia, non deve essere questa la motivazione che ha indotto Google a fare marcia indietro. Le motivazioni potrebbero essere le seguenti:

  • L'authorship non è stata adottata da tutti. Molti esperti non l'hanno adottata, non sapendo nemmeno di cosa si trattasse o come implementarla sui propri articoli. Soltanto gli utenti più esperti, in genere seo o blogger, hanno implementato l'authorship sui propri articoli. Una gran parte del web continuava a vivere senza rel=author e, spesso, in questa parte del web "anonima" risiedono contenuti di qualità.
  • L'authorship ha distrutto G+ come social network. L'authorship dovrebbe identificare un autore e il suo campo di competenza. Paradossalmente, chi l'ha utilizzata su G+ ha dovuto limitare le proprie argomentazioni a quelle del dominio di conoscenza, allo scopo di ottenere menzioni e commenti sul tema di interesse. In altri termini, pur di farci riconoscere come esperti abbiamo smesso di parlare di altro, di sport, di viaggi, ecc. rendendo G+ qualcosa di diverso rispetto a Facebook. In conclusione, la rimozione dell'authorship potrebbe far tornare G+ ad essere considerato come un social network e non più soltanto come uno strumento SEO.
  • L'authorship non è esente da spam. Lo spam author è stato evidente, inutile nasconderlo. Non sono mancati gli escamotage per gonfiare il numero dei follower, dei commenti o dei click sociali su G+, così come accade su Facebook o Twitter. Tutto ciò che coinvolge l'uomo è soggetto ad abusi. Poco importa che sia un link, una citazione ( menzione ) o un commento su Google Plus.
  • La qualità dei contenuti non risiede nell'autorevolezza. Se così fosse... non userei il web per cercare un'informazione, andrei ad aprire un'enciclopedia, consulterei un professionista, ecc. Gli utenti utilizzano il web per trovare risultati e ipotesi innovative che altrove non troverebbero. L'innovazione e l'autorevolezza non sono la stessa cosa. Spesso un'idea innovativa proviene da una persona sconosciuta e non autorevole. Un web in cui soltanto le persone autorevoli possono parlare non piace a nessuno, nemmeno agli utenti, e Google desidera soddisfare i bisogni degli utenti. Se l'autorevolezza fosse tutto... la scienza non esisterebbe e tutti si limiterebbero a ripetere il pensiero di Tommaso d'Aquino che, di per sé, era molto autorevole.
  • L'author rank e l'authorship non sono la stessa cosa. L'authorship è soltanto uno strumento per identificare l'author rank. L'author rank è, invece, un criterio di valutazione di un autore. In altri termini, l'authorship identificava l'autore con il rel=author nel codice html degli articoli al fine di calcolare la sua autorevolezza ( author rank ) in base ai segnali sociali su G+. L'author rank può essere calcolata anche in modo diverso. Ad esempio, se un autore ha diverse pubblicazioni scientifiche su un argomento, insegna in una facoltà universitaria, ha scritto molti libri e riceve molte citazioni bibliografiche da altri autori, è molto probabilmente un esperto ed è autorevole su una materia, pur senza avere l'authorship... Google potrebbe aver deciso di abbandonare l'authorship poiché non aveva mezzi per contrastare gli abusi e lo spam-authorship. Secondo alcuni, Google ha abbandonato l'authorship ma non l'author rank. Nessuno può dirlo con precisione. Forse si, forse no. Per dirla in modo più elegante... è un'affermazione che nella logica fuzzy ha un valore di verità pari a 0,5.

In conclusione, l'authorship ha segnato la storia di Google dal 2011 al 2014, ora è storia passata. Finalmente Google ha abbandonato il criterio umano della simpatia e dell'antipatia per tornare a valutare il ranking delle risorse. A questo punto, tutto lascia pensare che Google concentri i propri sforzi sugli algoritmi di intelligenza artificiale e sulla comprensione semantica del linguaggio naturale per costruire la più grande base di conoscenza della storia. Perché fornire agli utenti dei risultati di ricerca? Meglio fornire loro delle risposte, delle informazioni, senza farli andare in giro nel web. Del resto... ci sta provando anche l'Ibm con Watson e le applicazioni commerciali dei sistemi A.I. sono il vero business dei prossimi venti anni. L'evoluzione da motore di ricerca a motore di informazioni è già iniziata e col passare del tempo gli algoritmi diventeranno sempre più intelligenti.

risultati di Google con le informazioni

Il futuro di Google come motore di ricerca è già ben evidente... ma piacerà anche ai seo e ai blogger? Secondo me, no. Tuttavia, è molto probabile che seo e blogger aiuteranno il search engine ancora una volta a raggiungere i suoi obiettivi, inserendo dati strutturati nei propri articoli, nella speranza di ottenere qualche rendita di breve periodo sul serp e senza preoccuparsi troppo del futuro incerto, quando Google non avrà più bisogno dei blogger per fornire risposte utili agli utenti. 03 / 09 / 2014

 


 

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  1. A cosa servono rel author e rel publisher?
  2. Qual è la differenza
  3. Quale scegliere
  4. Come inserire rel=author sul sito
  5. Come verificare se il codice è stato inserito bene
  6. Google rimuove le facce dalle serp ( 2014 )
  7. Google elimina l'authorship ( 2014)