L'esperienza utente ( UX )

L'esperienza utente è la soddisfazione di una persona quando fruisce di un servizio. Questo livello di soddisfazione dei bisogni personale è conosciuto anche con il termine inglese User Experience o UX. Il termine UX significa User eXperience

L'esperienza utente sui motori di ricerca

Per un motore di ricerca ciò che conta è la soddisfazione dell'utente, non la qualità del risultato. Forse per questa ragione si sente sempre meno la frase "the content is the King". Certamente, il contenuto è sempre importante, ma soltanto se è gradito dagli utenti.

User is the King. L'ottimizzazione tecnica e/o semantica dei contenuti sono leve importanti ma non fondamentali. Se il contenuto testuale ottimizzato è inutile, l'utente invia inconsapevolmente milioni di segnali negativi al search engine. La pessima user experience ( UX ) si traduce in un declassamento della pagina e del sito. Al "content is the king" va sempre affiancata una strategia basata sulla soddisfazione dei bisogni finali degli utenti.

Quello che conta veramente per un search engine è l'esperienza dell'utente. Se l'utente è soddisfatto, il motore di ricerca ha fatto un buon lavoro. Se l'utente non è soddisfatto, deve proseguire la sua ricerca su altri risultati o... su altri search engine.

Per questa ragione, oggi, piacere agli utenti significa piacere anche ai motori di ricerca. Non esistono più trucchi o escamotage per conquistare facilmente i primi posti sui risultati di un search engine, senza considerare anche l'utente finale e la user experience.

Come capire se una pagina piace all'utente finale?

Il miglior modo è chiederlo all'utente, inserendo un campo per i commenti o qualsiasi altra call to action che spinga il lettore a complimentarsi o lamentarsi dell'informazione. La posizione migliore è alla fine dell'articolo. Le critiche sono molto utili, tramite queste possiamo migliorare i punti deboli del nostro progetto online.

Si potrebbe anche pubblicare i pulsanti sociali dei social network, ad esempio il "mi piace" di Facebook o il "+1" di Google+, per capire quali sono le più gradite. Sono molto diffusi, ormai si vedono ovunque, anche troppo... Si tratta però di segnali poco affidabili, perché non ci aiutano a capire l'esperienza degli utenti non soddisfatti, quelli che più ci interess conoscere.

L'analisi del comportamento dell'utente sul sito

Ci sono poi alcuni fattori che permettono di stimare indirettamente l'esperienza dell'utente su un sito web, analizzando il suo comportamento. Vediamo quali sono:

1] Il tempo di navigazione e le pagine viste sul sito

Un utente ha una buona esperienza se continua la navigazione nella landing page del sito web, dopo averla raggiunta tramite la pagina dei risultati del search engine ( SERP ). Quanto più si sofferma l'utente sul sito web, senza tornare alla pagina dei risultati, tanto maggiore è il suo livello di interesse.

Per aumentare il tempo di navigazione e il numero delle pagine viste da un utente, è necessario rivedere l'organizzazione dei contenuti e dell'interfaccia di navigazione. In altri termini, è necessario rivedere l'usabilità del sito web.

2] Il tasso di rimbalzo dai risultati di ricerca

Un utente ha sicuramente una pessima esperienza se torna sulla pagina dei risultati del search engine, clicca sul tasto back del browser subito dopo aver cliccato su un risultato. In gergo si dice che l'utente "rimbalza" come una palla. L'utente ha visitato la landing page, trovandola subito non soddisfacente. I motivi possono essere molti: contenuti scarsi, cattiva organizzazione delle informazioni, eccessiva pubblicità, grafica poco affidabile, ecc. Quanto più è rapida l'azione di rimbalzo e il comportamento di rimbalzo è frequente ( bounce rate ) sul sito, tanto peggiore è la user experience.

3] Il tasso di click sui risultati di ricerca

L'utente clicca maggiormente sui risultati delle SERP che più si avvicinano a fornire una risposta alla sua domanda. Se il titolo e la descrizione sono accattivanti, l'utente è più incentivato a cliccare sul risultato. Certamente, molto dipende anche dalla posizione del risultato nella SERP, ma il click-through rate (CTR) è un'informazione comunque importante per l'esperienza utente.

4] Ultimo risultato cliccato

Secondo il modello a cascata, gli utenti interrompono la ricerca quando trovano un risultato utile oppure quando perdono ogni speranza di trovarlo. E' quindi probabile che l'ultimo su cui l'utente clicca è quello migliore. Ovviamente, è necessario che questa ipotesi sia confermata anche da altri dati comportamentali. Ad esempio, la lettura approfondita delle pagine del sito web su cui risiede l'ultimo risultato trovato.

5] Url digitato nella barra degli indirizzi

Se un utente digita esattamente un indirizzo Url sulla barra del browser, si verifica un segnale forte di good user experience. L'utente conosce già la risorsa che vuole raggiungere, non sta cliccando su un link in una pagina web o in una email. Digita interamente l'indirizzo Url senza autocompilazione e senza suggerimenti da parte del browser.

L'interpetazione dell'esperienza utente

La search visibility non dipende dalla reale user experience dell'utente ma dall'interpretazione della user experience da parte del motore di ricerca. In pratica, anche in questo caso Google si affida a delle regole euristiche per stimare l'esperienza utente e non è detto che siano efficaci nel rappresentarla.

user experience interpretata

Ad esempio, i testi corti sono un segnale di spam per i search engine. D'altra parte, un contenuto breve è molto apprezzato dall'utente se risponde esaustivamente alla sua domanda.

In genere, i motori di ricerca che si utilizzano algoritmi SEUX ( Search Engine User Experience ) non si affidano soltanto a un solo segnale di good UX ma a una combinazione di molti fattori UX derivanti dal comportamento degli utenti.

lo schema SEUX ( Search Engine User Experience )

L'analisi multipla dei segnali UX riduce il margine di rischio di un errore nella valutazione e contrasta i tentativi di manipolazione artificiale dei segnali UX da parte dei webmaster.

Esempio. Se una risorsa è molto cliccata sulle SERP ( CTR elevato ), è condivisa spontaneamente sui social network, il tempo medio di lettura è discretamente lungo o normale, dopo la lettura molti utenti continuano a navigare e leggere le altre pagine del sito e pochi tornano sulla SERP per cliccare su un altro risultato della ricerca, allora la risorsa ha una buona esperienza utente.

In conclusione

Un tempo per posizionarsi sui motori di ricerca era necessario "scrivere per i motori di ricerca" nel linguaggio meccanico delle keyword. Oggi i search engine sono diventati molto più evoluti. Per conquistare la visibilità di un sito web sui risultati di ricerca, occorre "scrivere per gli utenti finali" nel linguaggio naturale, seguendo le tecniche di ottimizzazione naturale del contenuto. Del resto, un sito web è come scrivere un libro, deve piacere ai lettori.

 


 

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